Erano i giorni immediatamente a ridosso del Natale 2002 quando in una fetta importante della nostra Regione (i 38 comuni che allora facevano parte dell’Ambito Territoriale Ottimale n. 1) prese forma UMBRA ACQUE SpA (era il 14 dicembre) come fusione, all’inizio, tra SOGEPU SpA e CONAP SpA.
Nei mesi successivi altre Società (CESAP SpA - che nel frattempo aveva incorporato GE.A. SpA ed Acquedotti del Lago scpa – TSA SpA, SIA SpA, CREA gestione Todi), dopo una serie di operazioni per la scissione dei rami industriali che non afferivano al Servizio Idrico Integrato, confluirono in Umbra Acque SpA.
E poi ancora una ventina di Comuni che gestivano in proprio il servizio: un coacervo di persone, di strutture con storie, abitudini di lavoro, organizzazioni tutte diverse tra loro da riportare sul binario che era alla base del progetto: assicurare una gestione unitaria del servizio idrico su tutto il territorio gestito, con uguali modalità e parametri.
Non furono anni facili, basti ricordare le emergenze idriche del 2002-2003 e poi ancora del 2007, con città come Todi ed Umbertide (solo per fare qualche esempio) che si vedevano razionata l’acqua per molte ore al giorno se non per giorni interi. Lo stesso a Castiglione del Lago, con il vecchio potabilizzatore che nei giorni a ridosso del ferragosto, regolarmente collassava non riuscendo a far fronte all’ enorme incremento dei consumi che turisti e residenti richiedevano.
Sul fronte della depurazione non era certo meglio, con l’avvio delle procedure di infrazione alle norme europee per l’agglomerato di Todi, poi per Perugia, Deruta, Città di Castello, Città della Pieve, Assisi-Bastia Umbra.
Nel frattempo le vecchie fognature di Perugia e non solo, collassavano aprendo voragini che avrebbero inghiottito palazzi interi…… Piano piano, negli anni, con il supporto importante dei finanziamenti regionali e comunitari (prima gli APQ, poi i PAR FSC), ma anche grazie all’aumentata capacità di investimenti propri della Società, passata in questi 18 anni dai 5-6 milioni l’anno ai 30 attuali, molto si è fatto, tanto che le tremende emergenze idriche degli ultimi anni quasi non sono state più percepite dalla gente, le infrazioni europee sono rientrate, gli impianti di depurazione per gli agglomerati delle aree sensibili e sopra i 10.000 AE tutti rivisti, potenziati e migliorati, cosa che ha contribuito a portare la Società quasi alla classe di eccellenza in fatto di funzionamento ed autocontrolli (il famoso M6).
Umbra Acque, anche grazie ad una mirata politica sugli acquisti e sugli appalti con una programmazione specifica che ha permesso di contenere fortemente l’affidamento in emergenza, è ormai stabilmente una delle stazioni Appaltanti dell’Umbria che si colloca ai primi posti per numero e valore degli appalti stessi.
Ma l’azienda ha dovuto far fronte anche a tutte le problematiche del settore commerciale dove si è dovuto fare i conti con una clientela sempre più esigente che richiedeva risposte precise e tempestive, con i nostri operatori che dovevano attingere le informazioni da anagrafiche vecchie, quasi mai aggiornate ed a volte anche inattendibili!
Nel 2007 poi, secondo le previsioni del modello gestionale deliberato dall’ATO nel 2002, arriva la gara per la ricerca di un partner industriale, con ACEA SpA che si aggiudica il 40% del pacchetto azionario e con questo entriamo a far parte del più grande operatore italiano del settore. Una svolta, che anno dopo anno progressivamente ci sta portando, come ripete la nostra Amministratrice, ad essere nel gruppo e non solo del gruppo!
Le sfide aumentano: sulla scia del modello elettrico, anche l’acqua viene portata nella agenzia riformata che prende il nome di ARERA e dal 2012 iniziano le nuove regole sulle tariffe (i famosi MT1, MT2, oggi MT3) ed il confronto ormai è nazionale attraverso i criteri imposti sia dalla qualità tecnica che quella commerciale: se rientri nei parametri sei premiato, se sei fuori, vieni penalizzato sulle tariffe.
In questa sfida l’informatizzazione è stata non solo necessaria, ma vincente: l’appartenenza ad ACEA ci ha permesso di sviluppare canali di contatto diversi per l’utenza, tutto il sistema di programmazione e monitoraggio degli interventi che permette ai nostri colleghi di essere attivati partendo da casa (arma risultata fondamentale in questa fase del COVID, così come nei tanti altri diversi settori della Società, dal commerciale, ai tecnici, agli amministrativi, che hanno potuto seguitare a fornire il loro contributo restando a casa!), la divulgazione del GIS, la forte connotazione industriale e contabile che deriva dagli obblighi delle Società quotate.
Nel frattempo la Società ha seguitato a rinnovarsi, con politiche che stanno portando ad un forte ringiovanimento della forza lavoro, con una età media intorno ai 46 anni, in linea con le nuove esigenze legate anche all’uso dell’informatica in ogni settore, per prepararsi alle prossime importanti sfide che ci attendono: portata a casa la proroga della attuale concessione, che è stata allineata alle scadenze di VUS SpA (Foligno e Spoleto) e SII Scpa (Terni e Orvieto), ora va posta con forza la propria candidatura a diventare il soggetto gestore unico regionale per il successivo periodo concessorio!
Tutto ciò sarà possibile perché c’è un elemento che segna ogni dipendente di Umbra Acque, la sua riconoscibilità sul territorio che diventa innanzitutto consapevolezza del significato del proprio lavoro, lavoro necessario a garantire i servizi primari e irrinunciabili che forniamo ai nostri concittadini ed a contribuire a far sì che il colore della nostra Umbria sia sempre più “verde” di quello che a noi era stato affidato.
Servizio di emergenza
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